L’INCONTRO CON ROBERTO DE SIMONE E’ così che si realizza l’incontro con la personalità culturale ed artistica più significativa del suo percorso professionale e dell’intera esistenza. Attraverso la conoscenza di Roberto De Simone, Virgilio Villani, come buona parte dei napoletani entrati in contatto con il maestro attraverso i suoi lavori e soprattutto la “Nuova Compagnia di Canto Popolare”, prende coscienza e si riappropria della sua identità culturale che, lungi dall’essere connotata dagli stereotipi di una napoletanità piccolo borghese, appare come rappresentativa di un universo magico-religioso, fusione di tradizione orale e di stili musicali colti e popolari propri del Mezzogiorno d’Italia, del quale Napoli interpreta l’allegoria più misteriosa. Grazie al forte movimento etno-musicologico che si pone quale soggetto conoscitivo-interpretativo della Tradizione Popolare, la stessa appare come colonna che resiste, (nonostante la presenza di segnali che preludono a quella mutazione antropologica che Pasolini già denunciava con sofferta lucidità) all’aggressione invasiva della globalizzazione e della comunicazione mediatica, già in atto come un piccolo ruscello destinato, presto, a divenire un fiume in piena. Fra questi ricercatori, De Simone, grazie al suo background accademico e ad un rispettoso approccio storiografico e culturale, è la personalità che riesce, più degli altri, a trasfigurare artisticamente la Tradizione, facendo confluire gli esiti delle ricerche in documentazioni e in lavori concepiti secondo una visione teatrale-musicale assolutamente originale. V.V., totalmente ammaliato dalla sirena-De Simone, sposa in pieno la concezione artistica del Maestro e ne condivide le premesse. Affidandosi all’ estro creativo del maestro, si autopromuove quale strumento di sperimentazione e di ricerca teatrale, contribuisce ad allargarne gli orizzonti incoraggiando ed alimentando le metodologie ed i contenuti fra gli attori-cantanti reclutati, che si predispongono entusiasticamente a condividere l’avventura desimoniana, coscienti anche di non costituire materia per la fruizione di onnivori, indistinti ed arroganti mass media. Ne diverrà successivamente il più stretto collaboratore. Nel ‘74 V.V. è uno dei protagonisti dello storico spettacolo teatrale “Masaniello”, di Elvio Porta , con la regia di A. Pugliese e le musiche di R. De Simone e nello stesso anno recita nello spettacolo “Napoli chi resta e chi parte” di R. Viviani e la regia di G. Patroni Griffi, nell’ambito del Festival di Spoleto. Partecipa al primo spettacolo ( dopo la parentesi di un particolare allestimento de “La Canzone di Zeza“ al Festival dei Due Mondi di Spoleto del 1972) che De Simone allestisce e che debutta, in linea con la tradizione popolare del Natale, al S. Ferdinando, lo storico teatro di E. De Filippo: “La Cantata dei pastori”. Quindi nel ’76 prende parte al “La gatta cenerentola” che consacra De Simone quale uno degli autori e registi contemporanei più interessanti e la sua compagnia teatrale come un vero miracolo di originale professionalità e creatività. Nell’ambito di questo spettacolo V.V. è il personaggio indicato come “La voce del rosario”. La performance è il frutto della stilizzazione di una propria ricerca sul campo effettuata nel contesto metropolitano, tesa ad esplorare quel mondo trasgressivo, pur se perfettamente integrato nel tessuto socio-culturale della città proletaria e subproletaria, dei cosiddetti “femminielli”, figure che, in chiave antropologica, De Simone riconduce a archetipi di natura ermafrodita di quell’universo magico-rituale, per lui vera e propria sorgente di creatività e che, poeticamente, trasfigura facendole assurgere ad ambigua metafora della castrazione che, oggi più che mai, vive l’artista. Dal ’76 in poi prende parte a molti spettacoli, nei quali De Simone è l’autore-regista-musicista o l’autore delle musiche, nel contesto di opere teatrali che frequentemente contemplano la presenza di Mico Galdieri nel doppio ruolo di regista e produttore: ‘O juorno ‘e San Michele, Notà Pettolone, La buffa historia di Capitan Fracassa, Il bazzariota, La gnoccolara, Le novantanove disgrazie di Pulcinella , Suoni e Canti del Nanianà, Io ti canto in discanto, Il Drago- Cantata in morte di un ammazzadraghi, Il canto de li Cunti, Festa di Piedigrotta, L’Ammalato per apprensione, L’Opera Buffa del Giovedì Santo, Dedicato a Maria, Agamennone, La Cantata dei Pastori nell’edizione televisiva, di cui produce l’omonimo disco e De Pretore Vincenzo (ediz. televisiva), con la regia di Eduardo De Filippo. |
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